Breve profilo biografico

Scheda tratta da Wikipedia

Nascita e ministero sacerdotale

Il cardinale Adeodato Giovanni Piazza nacque a Vigo di Cadore il 30 settembre 1884 e fu battezzato col nome di Giovanni.

Entrato presto nell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, il 7 agosto 1907 emise a Venezia i voti solenni prendendo il nome di Adeodato di San Giuseppe e, l’anno seguente, il 19 dicembre 1908, ricevette dalle mani del cardinale Aristide Cavallari l’ordinazione sacerdotale.

Fu insegnante di filosofia e teologia e, durante la prima guerra mondiale, cappellano militare.

Dal 1923 al 1929 fu segretario generale dei Carmelitani Scalzi, procuratore generale e consultore della Congregazione dei religiosi.

Arcivescovo di Benevento

Per scelta personale di Pio XI, che ne aveva altissima stima, fu eletto arcivescovo di Benevento il 29 gennaio 1930, carica che tenne per cinque anni, fino al 1935.[1] Fu consacrato vescovo il 24 febbraio 1930 dal cardinale Basilio Pompilj.

Patriarca di Venezia

Il 16 dicembre 1935 venne eletto da papa Pio XI quale patriarca di Venezia e nel concistori del 13 dicembre 1937 lo promosse cardinale presbitero. Nel 1938 pubblicò una lettera pastorale in cui giustificava la legislazione antisemita italiana, affermando tra l’altro: «Sono gli stessi ebrei, con i loro comportamenti, che in ogni tempo e in ogni luogo provocano queste reazioni». [2] [3]

Uomo di carattere risoluto, durante il secondo conflitto mondiale ottenne che grosse partite di derrate alimentari giungessero in città; insieme a mons. Olivotti, iniziò un’opera di assistenza per migliaia di ragazzi bisognosi di cure e nei mesi più bui si adoperò presso gli alti comandi perché Venezia fosse dichiarata città aperta. In una lettera al cardinale Rossi del 6 dicembre 1943 sulla questione degli ebrei veneziani scrisse: «In particolare apprensione sono i battezzati dichiarati già o che saranno dichiarati in base alla nuova legge, di razza ebraica. Sono certo che la Santa Sede farà tutto il possibile per salvare questi infelici, la cui sorte non può non preoccupare la Chiesa. Per parte mia ho accennato al penoso problema suggerendo moderazione, al console generale di Germania residente a Venezia venuto a farmi visita privata». [4]

Nello stesso mese riuscì a convincere Hermann Goering a non allagare il territorio del basso Piave, azione che avrebbe richiesto lo sgombero di 30 mila abitanti. Il 2 aprile 1945 fu proprio padre Giulio Mappelli, incaricato dal cardinale, ad accompagnare i membri del CLN al comando tedesco dove fu raggiunto l’accordo per l’abbandono di Venezia da parte delle truppe di occupazione. Denunciò, col vescovo di Trieste e Capodistria Antonio Santin, le barbarie dell’immediato dopoguerra che avvenivano in territorio giuliano, istriano e dalmata.

Nella curia romana e morte

Il 1º ottobre 1948 papa Pio XII lo nominò segretario della Sacra congregazione concistoriale, e quindi cardinale vescovo il 14 marzo 1949.

Dal 1953 al 1954 fu presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

Morì a Roma il 30 novembre 1957, all’età di 73 anni.

NOTE

[1] Inviò da Roma la prima lettera pastorale con la data del 7 marzo 1930 e alle 15.30 del 23 marzo fece il solenne ingresso in diocesi.

[2] M. A. Rivelli, Dio è con noi!; Milano, Kaos Edizioni, 2002, p. 317.

[3] Si riferiva agli ebrei non convertiti al cattolicesimo.

[4] Giuseppe Mayda, Ebrei sotto Salò; Milano, 1978, p. 123.

***